Il nostro Max abbandonerà la buia e piovosa New York per trasferirsi nel caldo sud, in Brasile. San Paolo è luminosa, ma non per questo priva di pericoli.
Le favelas, i quartieri malfamati della metropoli, sono dei veri e propri labirinti di baracche. Controllatevi le spalle, i nemici potrebbero acquattarsi ovunque.
“Quando ti trovi a gestire la continuazione di un gioco che non hai creato tu, è sempre un po' più complicato”, ha ammesso Rob Nelson, direttore artistico di Rockstar. “Cosa si aspetta il pubblico? Innovazione? O forse familiarità? La verità, come sempre, sta nel mezzo. Il trucco dietro il seguito perfetto è aprire la strada alle piccole novità, conservando allo stesso tempo i vecchi elementi che ne hanno proclamato il successo. Infatti, potete stare certi che ritroverete le cose che tanto avete amato nei Max Payne del passato. Non siamo Remedy, ovvio, ma anche noi di Rockstar siamo abituati a lavorare ai sequel di vari prodotti. Col tempo abbiamo acquisito molta esperienza, quindi ci fidiamo del nostro fiuto”. In effetti, dopo un certo spaesamento iniziale, saltano ben presto all'occhio reminescenze dai Max Payne come li abbiamo sempre conosciuti. L'uso della materia grigia passa in secondo piano rispetto alla rapidità con il grilletto, mentre il bullet-time è esattamente dove lo avevamo lasciato. New York, America del Sud o Marte, la formula di gioco non muta di una virgola.
I prodotti Rockstar non sono solo dei passatempi, ma veri e propri ambasciatori di cultura straniera. Che sia la grande e sporca Mela newyorkese, oppure la scintillante città del vizio, o ancora un arido Far West solcato da gringos di ogni provenienza, il team ha sempre puntato a fedelissime ricostruzioni dei luoghi da cui hanno tratto ispirazione. Ecco cosa differenzia le loro opere da quelle della concorrenza. I colori, le sensazioni, gli odori; idem per questo terzo Max Payne. Forse non sono bui come ci aspettavamo, ma possiamo assicurarvi che i quartieri malfamati di San Paolo, Brasile, invidiano ben poco alla malavita degli Stati Uniti. La parola passa a Jeronimo Barrera, vicepresidente di Rockstar.
Il caro vecchio bullet time è tornato. Con una grafica completamente rinnovata, poi, è un vero piacere vedere il quintale di bossoli che schizzano via al rallentatore.
Nonostante l'ambientazione più luminosa, Rockstar assicura che le tinte noir del gioco non spariranno affatto. Per quanto possa cambiare, infatti, Max Payne rimarrà sempre un bel giallo.
In verità, la parola “giustizia” poco si adatta ad un dedalo decadente dove la corruzione tra gli alti ufficiali è ormai la regola. La vera e propria giustizia, se così possiamo definirla, è ora nelle mani dei comuni cittadini, abituati a girare per quegli agglomerati di baracche con un'arma da fuoco sempre carica. La morte è dietro ogni angolo, e Max trasformerà questa triste realtà nel suo personale campo di battaglia. Siete ancora convinti che un'avventura alla luce del sole non renda bene l'idea? Dopotutto, come diceva qualcuno, è solo quando la luce si fa grande che vengon fuori le ombre più spaventose.
“Abbiamo inviato un piccolo gruppo interno a San Paolo, per fare le dovute ricerche”, continua Nelson. “Attrezzati di telecamere e macchine fotografiche, sono tornati da noi con materiale interessantissimo, tra scatti del luogo e dati sulle persone stesse. Arrivati lì, ci siamo rivolti ad un'agenzia apposita per selezionare gli ‘attori' che maggiormente rispecchiavano quello che cercavamo. Scansionate le fattezze e i loro abiti quotidiani, abbiamo prontamente annotato tutto. È molto importante ricercare un tale livello di realismo, perché è questo che i giocatori vogliono. Ed è proprio il realismo che ha sempre elevato Rockstar un gradino più in alto degli altri: la nostra San Paolo sarà molto più credibile, per il semplice motivo che noi lì ci siamo stati, ci abbiamo vissuto. Abbiamo interagito con i suoi veri abitanti, insomma”.
“Ad essere sinceri, mi deprimo quando leggo di gente delusa dall'abbandono delle tinte noir, solo perché ora la saga è ambientata a San Paolo”, ha ripreso Barrera. “Il noir è uno stile, un'idea. Non deve per forza essere associato a New York, alle pellicole in bianco e nero, o alla musica jazz di un locale chic. L'importante è capire e assimilare il concetto di thriller: fatto questo, anche una nazione esotica come il Brasile può diventare lo sfondo perfetto per un buon giallo. Per di più, le mille facce di San Paolo ci hanno aiutato a rendere il gioco una continua sorpresa, in termini di zone esplorabili. Dopotutto non parliamo di una città qualsiasi, ma dell'esempio perfetto di come i più agiati possano mischiarsi ai poveri, rimanendo al contempo impassibili di fronte al loro degrado. Le favelas, infatti, sono spesso vicine ai grattacieli dei ricchi, e questo rende San Paolo un mondo unico ed infinitamente sfaccettato”.
Il dolore, Max, non l'ha solo assaggiato. Anzi, è famoso soprattutto per la sua predisposizione nell'infliggerlo. Non dimentichiamo che la saga ha tracciato nuove vette principalmente per il gameplay; gameplay che, fino a prova contraria, faceva del bullet time il proprio cavallo di battaglia, feature più unica che rara al suo tempo. Ogni elemento conosciuto è stato rispolverato per l'occasione, e lo staff ci tiene a precisarlo. Gli anni sono passati, e purtroppo i baluardi di Max Payne vengono oggi emulati da qualunque sparatutto in terza persona. Quello che una volta era un lusso per pochi, nel 2009 è diventato la regola. Come rimanere, quindi, attaccati alle origini e allo stesso tempo proporre qualcosa di diverso? Per Rockstar, la risposta è secca: riutilizzare vecchie idee per uno scopo differente. Mostrare al rallenty la magnificenza del nuovo motore grafico, ad esempio. Texture definite, modelli di armi e personaggi credibilissimi, differenze visive tra i vari materiali ben realizzate: se già non fossimo convinti della forza bruta del RAGE, Max Payne 3 sarebbe stato per noi la prova definitiva. Anche le animazioni, sorrette dal fedele Euphoria, hanno un proprio spazio. Max è pesante, quasi tangibile, e il suo adattarsi agli oggetti circostanti (che siano casse, pareti o persino scudi umani) ha dell'incredibile. Se un uomo forte ha bisogno di un mezzo altrettanto forte per poter esprimere al meglio la sua “rabbia”, allora i meccanici di Rockstar sono perfetti per questo compito. Quantomeno loro, nel campo tecnico, sono sempre stati una certezza.
Difficile dare un giudizio sensato a questo Max Payne 3 senza neanche un video in movimento, quindi preferiamo che il tempo faccia il suo corso prima di esprimerci maggiormente a riguardo. Fatto sta che, dopo tutti questi anni, sentire nuovamente il nome di Max Payne è stata una sorpresa. Una sorpresa che potrebbe diventare ben presto piacevole se non ci ritroveremo tra le mani un seguito superfluo, buttato lì solo per sfruttare un nome ancora oggi leggendario. Almeno sulla carta, i giocatori casuali hanno già da ora la certezza che Rockstar sfornerà uno sparatutto con i controfiocchi. I veri fans della saga, invece, dovranno aspettare una prova con mano prima di abbattersi dinnanzi ad una tale mole di cambiamenti. Gli sviluppatori ci assicurano che, nonostante la nuova ambientazione e il protagonista rinnovato, l'anima del gioco non è stata minimamente intaccata, quindi non ci tocca far altro che incrociare le dita e sperare che siano consapevoli di quello che ci stanno promettendo.