Guardian of Light, premettiamolo, non è un vero e proprio seguito di Underworld. Nonostante le vicende siano collocate dopo l'ultimo capitolo, infatti, questo prende una svolta concettuale brusca (ed inaspettata), diventando a conti fatti “niente più” che uno spin-off. Le virgolette sono d'obbligo, perché Crystal Dynamics ha in mente qualcosa di più di un semplice giochino scaricabile. Ma partiamo dall'inizio. Lara Croft and the Guardian of Light (avete notato la mancanza di “Tomb Raider” nel titolo?) arriverà la prossima estate su PC, Xbox 360 e PS3 sottoforma di download da 15 Euro. Cos'è che lo rende così diverso dai suoi predecessori? Potremmo parlarvi della nuova telecamera, di un sistema più votato alle sparatorie pur senza snaturare l'esplorazione o dell'inclusione del multigiocatore. E, infatti, è proprio quello che faremo.
Prodotto nuovo o no, Lara resta sempre la stessa. Con il suo rampino magnetico, anche la tomba più lugubre sembrerà un parco giochi
Anche senza amici, è possibile completare il gioco con la sola Lara. Per ovviare alla mancanza di Totec, infatti, sarà Lara stessa ad avere i poteri di entrambi
“Cooperazione” sarà proprio la parola chiave di questo capitolo, con il giocatore che potrà invitare un amico in carne ed ossa ad unirsi al proprio viaggio e a mettersi nei panni di uno dei due protagonisti. Il sistema di gioco è semplice ed intuitivo, oltre che simile a quanto già visto in molti altri prodotti scaricabili: levetta sinistra per muoversi, quella destra per mirare a 360 gradi e grilletti posteriori per fare fuoco. Facile e ampiamente collaudato, insomma. Ovviamente, Lara e Totec vanteranno due gameplay distinti e separati. Infatti, se la prima si appoggerà alle leggendarie pistole gemelle e alla sua solita agilità, il secondo potrà aprire nuovi percorsi all'archeologa in svariati modi: conficcando lance nella parete per riutilizzarle come aste, ad esempio, o trasportando Lara sul proprio scudo per aiutarla a raggiungere piattaforme fuori portata. Lara, dal canto suo, potrà “prestare” il rampino magnetico (gadget, tra l'altro, inserito nella saga proprio da Crystal Dynamics) al suo compagno, così da fargli attraversare anche le voragini più profonde.
Quelle gemme sono dei punti bonus sparsi per tutti i livelli. Raccoglietele e potrete sbloccare nuove armi a fine capitolo
Nemmeno così tanti mostriciattoli ci faranno paura, con il nuovo sistema di puntamento. Va bene, certo, un po' di paura continuano a farcela...
Ma qui non parliamo solo di platforming, di salti e contro-salti in stanzoni quadrati, ma di veri e propri rompicapi da risolvere in pieno stile Tomb Raider. Il messaggio che gli sviluppatori vogliono trasmettere è uno e uno soltanto: sotto la scocca rinnovata si cela ancora il cuore pulsante da adventure, fortuna del filone fin dal primo episodio. Ed eccoci così nuovamente ad esplorare tombe perdute, buie, stracolme di trabocchetti e di bestie feroci di ogni tipo. L'anima del franchise quindi è ancora lì, intatta e pura, e questo farà la felicità anche dei più conservatori. Livelli che si estendono ad altezze spropositate, legioni di non-morti che vogliono farci lo scalpo e addirittura enigmi opzionali saranno la regola. A fine missione, un sistema a punteggi premierà i giocatori per il numero di nemici sconfitti e di segreti raccolti, permettendo così l'accesso esclusivo a nuovo equipaggiamento ed armamentario.
Anche il comparto tecnico ha ricevuto cure particolari. Il fatto che Guardian of Light sia un prodotto a budget ridotto non ha frenato il team di sviluppo dall'implementare il medesimo motore grafico che già in passato ha mosso Underworld. Il risultato, ovviamente, non può essere altro che una gioia per gli occhi. Ci riferiamo ovviamente ad illuminazione in tempo reale, vegetazione interattiva, fisica ultra-realistica e tanto altro ancora. Menzione d'onore alle sequenze d'intermezzo, rappresentate sottoforma di tavole da fumetto. Infine, confermato il ritorno della doppiatrice di sempre per Lara: un motivo in più per credere che a noi italiani tocchi ancora una volta la cara Elda Olivieri.
La sfida è aperta: Eidos imbocca la via dell'innovazione, snatura il suo più famoso cavallo di battaglia e dichiara guerra a tutti i fans di vecchia data. Nulla di cui preoccuparsi: Guardian of Light non è il prossimo Tomb Raider ma un semplice spin-off, una deviazione atta a battere terreni - per così dire - “più moderni”. Un antipasto, un esperimento di tutto rispetto assolutamente da non buttare, da quanto abbiamo potuto vedere. Il sistema da sparatutto a scorrimento “a doppia levetta” rende l'azione più veloce e godibile, mentre il level design e la presenza (non forzata) della co-op promette di appassionare anche i fanatici dell'esplorazione. Il gioco è lontano solo un paio di mesi, quindi non passerà molto tempo prima di poterci mettere le mani sopra e dare un verdetto definitivo. Nel frattanto, aspettiamo curiosi. Che gli sviluppatori stiano per servirci di nuovo una Lara in tutte le salse? Questo ci riporterebbe un bel po' indietro con gli anni. In senso buono, ovviamente.