La serie di Kingdom Under Fire nasce nel 2001 su PC come strategico in tempo reale dalla forte componente RPG-istica: in seguito, il salto fino all'action-RPG è stato breve e ben due titoli hanno fatto la loro comparsa nel panorama videoludico di Xbox. Questo Circle of Doom è il primo capitolo della saga proposto su Xbox360, e sin dalle prime fasi di gioco dimostra un'impostazione prettamente arcade ben più marcata che in precedenza, tanto da renderlo forse più vicino alla categoria dei picchiaduro a scorrimento che non a quella degli RPG, dei quali mantiene però le caratteristiche di crescita e di personalizzazione del nostro alter-ego digitale. Alter-ego inizialmente da scegliersi tra tre disponibili, ma il fatto che durante il gioco troviate svariate armi che nessuno dei tre potrà utilizzare fa facilmente intuire che altri andranno ad affiancarsi man mano che lo porteremo a termine.
Caratteristica fondamentale del gameplaying è la possibilità di assegnare ai tasti del controller il controllo diretto di due armi e di due abilità speciali: potremo pertanto decidere liberamente se puntare su due armi da corpo a corpo (ad esempio spada e pugnale), o se optare per l'uso di uno scudo, o ancora di un arco. L'unico limite, in questo caso, sarà dato dalla capacità di ciascuno dei singoli personaggi di utilizzare questo o quel tipo di arma. A prescindere dalle scelte effettuate, ogni azione che intraprenderete andrà a consumare la barra dell'energia spirituale, e va da sé che lo svuotamento di questa implicherà l'impossibilità di agire finché non le sarà dato il tempo di rimpinguarsi. Caratteristica particolare: il tempo di ricarica sarà determinato dalle armi equipaggiate, ma naturalmente anche i punti spirituali spesi dipenderanno dalle stesse. Inutile aggiungere che a furia di abbattere nemici, il nostro personaggio guadagnerà dei livelli di esperienza, che si tradurranno in punti da spendere per aumentare il proprio serbatoio di energia spirituale, di vita o la sua “fortuna” (necessaria per trovare tesori sempre più preziosi).
Per le abilità da utilizzare in battaglia, come attacchi speciali o magici, il discorso sarà più delicato: per apprenderle sarà infatti necessario richiedere al saggio Moonlight, nel mondo onirico, una specifica quest, differente per ogni abilità, che si riassumerà invariabilmente nel dover uccidere un certo numero di mostri di particolari tipologie, obbligandovi così a riattraversare varie volte ambienti già visitati semplicemente perché quella specifica tipologia di nemico potrà essere incontrata solo lì. Il mondo è infatti diviso in “regioni”, a loro volta suddivise in “aree”: ciascuna area viene generata con delle routine casuali nel momento in cui vi entrate, ma il numero dei mostri è di base preimpostato. Anche per svolgere le missioni di “trama” sarà necessario accedere alla regione giusta in cerca di oggetti, rendendo pertanto l'esperienza ben differente dal lineare “vai avanti e ammazza tutti quelli che incontri”.
Purtroppo però questa routine sembra a prescindere essere all'ordine del giorno: il fatto di dover attraversare le varie regioni più volte in cerca di obiettivi-missione o di mostri per le abilità inserisce un po' di pepe, ma a conti fatti non è altro che il riattraversare le medesime regioni, per tante e varie che siano, e riaffrontare gli stessi mostri già visti. Mostri che tra l'altro possiamo dividere in quattro categorie: carne da macello, grossi e duri, codardi a distanza, piccoli e fastidiosissimi. I mostri delle prime due si limitano a darvi addosso in massa, quelli della terza usano archi o incantesimi e poi tentano la fuga, gli ultimi di solito usano il mordi e fuggi avvantaggiati dal quantitativo abnorme.
Cosasi celerà dietro questo imponente portone? Raggiungere uno di questi di solito indica un imminente scontro-boss
Ragni, scorpioni, vermi e altri schifosi animaletti, più fastidiosi che dannosi, passeggeranno su muri e statue in modo da sfuggire ai vostri attacchi
Graficamente il lavoro è veramente molto valido: basta dare un'occhiata agli screenshot per notare la maniacale cura posta degli sviluppatori nei dettagli dei modelli, degli ambienti, delle textures e delle illuminazioni dinamiche. Ottimo l'antialiasing e ridotto al minimo il fenomeno del bad clipping, per quanto naturalmente quando i modelli su schermo si moltiplicano qualche svista possa sempre verificarsi. Le inquadrature di solito sono sufficientemente chiare, e si fanno fastidiose solo quando si passa al “mirino in soggettiva”, ma per il semplice motivo che coi controlli di base dovrete utilizzare il pollice destro sia per mirare (levetta analogica) sia per fare fuoco (uno dei tasti colorati). Non manca però qualche difetto, o più correttamente “leggerezza”: a parte un leggero calo di frame-rate nelle situazioni più intricate, è infatti possibile notare la scarsa iterazione con l'ambiente. Per quanto infatti possiate “demolire” liberamente il paesaggio con le vostre armi, in realtà il motore considera tutto come “roccia” compresi alberi, sedie, finestre: insomma, dare un colpo di mazza ad una tenda la trasformerà in una superficie rocciosa...
Per il sonoro è necessario fare due discorsi separati. Volendo prima citare i pregi, diremo che i doppiatori italiano hanno, per una volta, svolto un lavoro veramente egregio, dotando professionalmente i vari personaggi di ottime voci e con una recitazione impeccabile. Buoni anche gli effetti sonori e i versi dei mostri. Il giudizio cala al cospetto della colonna sonora, per il semplice motivo che tutte le musiche, siano essere per i momenti di quiete o per le battaglie, tendono ad essere troppo cupe, monotone, ripetitive, ed alla lunga fastidiose. L'ambientazione parte da presupposti piuttosto interessanti, così come le peculiari storie dei protagonisti e l'intreccio delle loro missioni, raffronto operabile solo giocandone più di una. Purtroppo però la narrazione è piuttosto confusa, probabilmente perché si basa anche a personaggi ed episodi dei precedenti KUF: mancano alcuni preamboli necessari per capire appieno il mondo e i protagonisti, e troppe cose vengono date per scontate.
CoD è giocabile anche in modalità cooperativa, ma purtroppo questa caratteristica è disponibile esclusivamente per chi usufruisce del servizio XboxLive. Questa limitazione purtroppo priva il gioco di una modalità che avrebbe reso almeno un po' più accattivante l'esperienza di gioco offline, che così si riduce ad essere un po' troppo solitaria e ripetitiva. Per il resto, le regioni da visitare sono parecchie, i personaggi di base piuttosto accattivanti, altri sono disponibili in seguito così come livelli di difficoltà superiori: il gioco fa del suo meglio per impegnare l'utente a lungo, non c'è che dire, ed è indubbiamente accessibile tanto ad esperti del genere quanto a neofiti. L'unico vero problema, come detto più volte, è che l'esperienza di gioco è ridondante, ripetitiva e piuttosto “povera” di un qualsivoglia mordente che lo distingua dalla massa, tanto da portarci a consigliare perlomeno una prova su strada prima di procedere all'acquisto: potreste rimanere delusi.
Ancora scorpioni: di solito sarà consigliabile cercare di evitare questi mucchi infiniti piuttosto che perdere tempo ad affrontarli
L'impatto di questo nuovo capitolo della saga di Kingdom Under Fire sembra gradevole, sebbene come di consueto sia presto per sbilanciarsi in un giudizio; certo, alcune scelte di gameplaying sembrerebbero un po' troppo “classiche”, ma questo non costituisce necessariamente un difetto. Rimaniamo in attesa di una versione definitiva per poter saggiare la profondità di questo titolo.