Stavamo tutti seguendo l'E3 2008 quando vedemmo per la prima volta I Am Alive, titolo di Ubisoft che seppe subito attirare l'interesse di milioni di giocatori. A dire la verità non che poi si vide molto se non un filmato di presentazione, ma l'ambientazione e quello che il gioco poteva far prevedere con poco immagini seppe scatenare le nostre fantasie. I Am Alive puntava infatti tutto sul fascino della sopravvivenza post apocalittica, gettandoci soli, spaventati e indifesi in una città del Nord America devastata da un terremoto di magnitudo 10.3. Avete presente il tristemente famoso terremoto di Sendai che quest'anno portò al collasso la centrale nucleare di Fukushima? Ecco, in quel caso si trattò “solo” di magnitudo 9.0, facile immaginare quindi la devastazione promessa da Ubisoft.
Un mondo distrutto e un solo bene da preservare, la propria vita, anche a costo di mettere da parte gli ultimi residui di umanità. Tutto molto affascinante, quanto sappiamo essere (ovviamente solo in chiave fiction) tutte le situazioni catastrofiche che i media ci propinano dalla notte dei tempi. I Am Alive però, dopo quel famoso trailer, ci diede davvero pochi motivi per far parlare di se, se non qualche sporadica notizia composta da contenuti di poco conto. Così, dopo una girandola di ipotesi, la casa madre ha fatto sapere di aver tolto il lavoro al team Darkworks (Cold Fear, Ghost Recon Advanced Warfighters), averne letteralmente cancellato ogni bit sviluppato e di aver dato consegna alla propria divisione di Shanghai (team “prezzemolino” che ha messo mano su decine di titoli legati ai brand di Tom Clancy).
L'essere umano iniziò a sviluppare l'arte della caccia, aiutandosi con i primi archi, di fattura decisamente rudimentale
Il gameplay dopo l'apocalisse
I Am Alive sarà tendenzialmente un action in terza persona, ma punterà a colpire i giocatori tramite atmosfera e rapporto con l'ambiente circostante e gli altri sopravvissuti. L'obiettivo ultimo della nostra storia non sarà tanto il concetto di “vincere” o sgominare i nemici, ma di sopravvivere. Sopravvivere in qualsiasi modo, facendo di necessità virtù e cercando di trarre il meglio da qualsiasi cosa troveremo. Ovviamente dobbiamo attenderci un mondo devastato sia dal punto di vista materiale che da quello morale. I più forti si lasciano spesso andare, diventando succubi dei propri istinti primari, tanto da dare via a situazioni che hanno bollato il prodotto come “maturo”. Non mancheranno le morti violente e la possibilità di incontrare bande armate dedite ad ogni tipo di malefatta, dallo sciacallaggio (quasi un obbligo) alla violenza sessuale, senza contare che la mancanza di generi di prima necessità potrebbe persino sfociare nel cannibalismo... cosa ci potrebbe essere di peggio dell'essere catturati da un gruppo di neo-selvaggi pronti ad utilizzarci come riserva di carne fresca?
Ovviamente però non tutti i personaggi che incontreremo saranno pericolosi, molti di loro potrebbero avere bisogno di aiuto o rivelarsi a loro volta utili nei nostri confronti. Proprio qui dovrebbe entrare in gioco la componente psicologica che tanto sembra muovere i passi degli sviluppatori. Secondo quanto detto, tutto dovrebbe spingerci a provare veri sentimenti verso gli NPC (personaggi non giocanti), mettendoci a rischio in prima persona o rinunciando a qualche bene per alleviarne le sofferenze. La narrazione riuscirà davvero a risultare così trasportante da farci prendere simili decisioni? Questo è, probabilmente, una delle più grandi sfide che i ragazzi di Shanghai dovranno dimostrare di aver vinto. Quanti utenti saranno infatti disposto a privarsi di cibo o acqua per la gioia di veder sorridere un modello poligonale? Solo in pochissimi team sono riusciti a dare questa verosimiglianza alle proprie opere virtuali...
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