Nonostante tenga ancora strette le lame del Caos, Kratos non disdegnerà l'utilizzo forsennato di altri strumenti, tra armi e incantesimi. Se in precedenza le sue due spade gemelle si ritrovavano ad essere, volenti o nolenti, perennemente al centro della scena, adesso verrà dato più spazio a quelli che saranno gli utensili secondari. Le situazioni, questa volta, ci costringeranno a fruire di ogni possibilità a nostra disposizione, con numeri sempre più soverchianti di nemici a farci la festa. Il paparino Zeus non sembra di certo contento di vederci e, a dimostrazione di questo, scaglia sulla nostra Gaia - ancora occupata nella scalata della montagna - amenità di ogni tipo, tra non-morti e arpie, centauri e ciclopi. Routine quotidiana, insomma. Aprendoci la strada tra la folta boscaglia ammassata sul dorso del Titano, salta subito all'occhio come il vecchio sistema di combattimento basato sullo smashing della coppia di tasti Quadrato-Triangolo sia rimasto inalterato. Intervallando attacchi leggeri e pesanti, Kratos si esibirà in coreografiche danze di morte, con tanto di dovuto riguardo alle rinnovate combo aree, da sempre grande lacuna del battle system. Ma ecco arrivare un centauro a sbarrarci il cammino. Questi esseri metà uomo e metà cavallo si riveleranno antagonisti ben più fastidiosi che in passato, non tanto per la disumana velocità o per le lunghe lance imbracciate, ma soprattutto per la loro capacità di gestire, riunire e - in linea di massima - coordinare al meglio i commilitoni più arretrati. Alla stregua di un qualsiasi comandante, infatti, l'equino di turno spronerà la propria retroguardia all'attacco sfrenato.O la vittoria o la morte. Morte, in questo caso. Non differentemente da una volta, un nemico indebolito cede il fianco ad una gustosa fatality che, come di consueto, si traduce in un meraviglioso trionfo di Quick Time Event e brutalità. Basta pigiare il tasto giusto al momento giusto e vedremo il nostro Kratos affondare sadicamente i ferri nel ventre del nemico, squartandolo con facilità estrema da parte a parte e gioendo alla vista delle sue viscere schizzate sulla parete di fronte, neanche avesse affettato il pollo domenicale. Proprio “violenza” sarà la parola d'ordine per questo terzo capitolo, che si beerà della rinnovata potenza di PS3 per proporre scene al limite del PEGI. Lo stesso trailer rilasciato, per la cronaca, è stato parzialmente censurato per i contenuti troppo forti. I non-morti, alla rovinosa caduta del loro capitano, piombano nel caos totale. Privati del condottiero, è palese che i movimenti dei soldati semplici risultino impacciati e senza alcun criterio logico; ma ciò non vuol dire che siano meno pericolosi.
Colti da un raptus di disperazione, si riuniscono nuovamente per un ultimo assalto. Ammassatisi attorno a Kratos, le decine di zombie vengono subito spazzate via da una potente onda d'urto. E poco conta che grazie al nuovo hardware il motore possa gestire cinquanta avversari contemporaneamente, perché i Cestus - paio di enormi tirapugni dall'aspetto leonino - sembrano non importarsene. Favorendo ora un approccio ravvicinato, manco fosse un picchiaduro a scorrimento di una Capcom a caso, il protagonista scazzotta a destra e a manca senza alcuna pietà, frantumando una volta per tutte gli ultimi accenni di resistenza avversaria. Tolta di mezzo la fanteria leggera, è arrivato il momento per i pezzi grossi di entrare in gioco: un ciclope, guidato a bacchetta da un viscido gnomo appollaiato sulla sua sommità, ha tutto l'aspetto di volersi guadagnare una cena a base di carne umana. E noi siamo la portata principale! Scansato un colpo di clava, Kratos “prende in prestito” la postazione del nano, stringendo a sua volta le goffe redini del colosso e sfruttandolo, tra le infinite urla di dolore, contro i rinforzi di Zeus appena giunti nelle vicinanze. Sfruttare la forza del nemico a proprio vantaggio, infatti, è solo una delle nuove possibilità offerte in God of War 3. Nel caso del ciclope, ad esempio, guadagneremo un sensibile appoggio in battaglia, mentre con altre creature (arpie in primis) riusciremo a spingerci in luoghi normalmente inaccessibili. Quindi non solo la fase combattiva, ma anche quella esplorativa ne uscirà arricchita alla grande, avvicinandosi sempre più al concetto primordiale inciso a fuoco dal capostipite: una telenovela spettacolare nel concetto quanto nel suo proporsi, un esplosivo mix di azione ed esplorazione.
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