Uno dei primissimi boss di fine livello. Una volta abbattuto potrete addirittura far visita alle sue interiora.
Egli è armato sin dal principio di due generose spade ricurve (ben salde a catene mobili) e ciascun ingresso nell'arsenale (il primo, oltre alle suddette lame, verrà messo a disposizione da Poseidone) vanterà inoltre (previa spesa di appositi globi rossi rilasciati dai caduti) una sorta di potenziamento tradotto in “level up”, non certo fine a sé stesso se si considera che uno dei suoi principali vantaggi consiste nell'elargire nuove mosse in salsa combo. La mattanza delle varie mostruosità è indiscutibilmente imbevuta nel sangue ed affida al dual shock svariate mosse che se padroneggiate a dovere ammetteranno nell'insieme un valido e scorrevole stile combattivo. Forte di schivate (la cui direzione è impartita dall'uso della leva analogica destra), attacchi fulminei ed affondi, parate, prese e rapidi movimenti, il proprio alter-ego sa essere degno della fama della città natia, pur non disdegnando le fantomatiche tre meningi. Sebbene gli enigmi che si presenteranno nell'arco della storia facciano un uso alquanto vistoso dello spostamento di casse (pilastri, colonne o loro varianti), l'inventiva e la varietà che li accompagnano vanno a totale appannaggio della fruizione di God of War. Nulla d'avanguardia e rimembrante l'arguzia di Odisseo (o, per rimanere in casa, di Ico), ma pur sempre validi compromessi che fanno del puzzle-solving un qualcosa di piacevole e mai frivolo (dettante per giunta una sorta di dualismo fra azione e riflessione).
Facendo ora ritorno alle navi dove abbiamo lasciato il nostro amico tatuato di porpora e procedendo con l'avventura (che di lì a poco concederà la vista, fra le altre cose, di un tenebroso Pireo, di un'Atene nel panico e di una fortezza carica di lirismo dove è custodito il vaso di Pandora), occorre in questa sede menzionare gli pseudo-QTE dispensati assai di frequente. Talvolta essi consistono in un efficace colpo di grazia, talaltra rappresentano un mezzo per aumentare la di per sé alta parte scenica del titolo (al prezzo, tuttavia, d'una bassa interattività) ed infine, nelle situazioni invero più ingegnose, sono necessari per sfruttare a proprio vantaggio l'ambiente circostante (uno dei primi esempi è costituito dalla testa madre dell'idra marina, da arpionare e trascinare verso un albero maestro spuntato e pertanto divenuto letale).
Destinando alla futura recensione approfondimenti ed altro, si può in definitiva affermare che la nostra prova di God of War abbia dimostrato tanto pregevoli idee quanto una ottima ricerca estetica (benché alcuni modelli poligonali stonino con la meticolosità generale), galvanizzate entrambe dall'innegabile fascino dei corpus di miti da cui gli sviluppatori hanno preso ispirazione. Fattori di per sé bastevoli per un'appropriata attesa della versione europea.
Delle tinte forti ed un corpus di miti, quello ellenico, al quale ispirarsi; uno scorrevole sistema di combattimento, un valido bestiario (sia visivamente che nelle strategie con le quali opporvisi) ed una serie di enigmi posti e proposti in maniera pregevole. Queste le scelte dei creatori di God of War, nuovo action game targato Sony. A noi la prova, a voi la lettura.