Ed ecco che arriviamo a parlare di questo Dirge of Cerberus, il primo sequel giocabile di questo capolavoro tanto amato. La vicenda si svolge tre anni dopo la fine del gioco, e pertanto l'anno seguente gli eventi narrati in Advent Children (eventi di cui DoC non farà mai riferimento, rimanendo pertanto legato solo alla trama dell'originale FFVII). Protagonista è Vincent Valentine, il pistolero resuscitato (non-morto? Probabilmente...) che nel titolo del '97 era addirittura un personaggio opzionale, “segreto”, da poter avere nel party solo in seguito ad una particolare sotto-quest, e nonostante ciò piuttosto importante nel contesto della trama. Si dà il caso infatti che Vincent, quando ancora era in vita, avrebbe potuto opporsi alla nascita di Sephiroth, o perlomeno questo è il rimorso che l'ha attanagliato per anni, insieme all'odio per lo scienziato pazzo Hojo.
Ora però sono passati anni, Sephiroth e Hojo sono storia dimenticata, e V.V. vive in un mondo strano e diverso da quello che conosceva, o forse è lui ad essere diverso. In questo scenario di conflitto personale, il pistolero si ritrova improvvisamente coinvolto in una nuova guerra: una forza armata di cyborg potenziati dal Mako (l'energia pura del pianeta) chiamati Deepground, capitanati dai misteriosi Tsviets, aggredisce infatti città e villaggi, uccidendo apparentemente indiscriminatamente uomini, donne e bambini, e sequestrandone altri, secondo criteri di selezione solo a loro noti. Vincent, volente o nolente, dovrà riprendere in mano la sua fedele Cerberus (una pistola di grosso calibro con tre bocche da fuoco) e aprirsi a forza di pallottole un varco tra i nemici e attraverso i muri e le nebbie del suo passato.
Nel gioco saranno previste anche fasi estremamente in linea con lo stile FPS, tra cui il cecchinaggio
DoC è sicuramente un gioco da affrontare con mente aperta e polivalenza di gusti: per poterlo apprezzare sarà infatti necessario non solo aver amato alla follia FFVII, ma anche essere dei cultori o comunque dei simpatizzanti di FPS, e soprattutto essere abbastanza umili da accettare la “fusione” tra le due cose senza gridare all'Eresia. Quanti giocatori hanno questa fortuna? E quanti, invece, sono dei JRPG-isti incalliti che hanno gli FPS come il fumo negli occhi, o viceversa dei FPS-isti incalliti che non hanno mai giocato un JRPG per più di cinque minuti prima di targarlo come “noioso”? In un mondo estremamente fazioso e settoriale come quello dei videogiochi, Squeenix sfida le convenzioni creando un pericoloso ibrido, e lo fa rischiando proprio la fama del suo gioiello per eccellenza: che sia questa una manovra commerciale atta a vendere solo per via del nome?
Ai posteri, o meglio ancora, a novembre l'ardua sentenza...
Ai vecchi amici (e nemici) si affiancheranno personaggi totalmente nuovi: questa ragazzina si chiama Shelke
Su Dirge of Cerberus è stato detto già tutto ed il contrario di tutto: il fatto che già in sede di conversione dall'originale giapponese alla versione americana alcuni elementi di gameplaying siano cambiati è indice del fatto che siamo al cospetto di un gioco dalla gestazione travagliata, che da un lato vuole proporre qualcosa di differente nell'universo di Final Fantasy e dall'altro sa già che potrebbe non essere quello che gli appassionati si aspettano. Ovviamente non possiamo sbilanciarci in un giudizio fino al prossimo novembre, data per cui è previsto il lancio europeo: l'unica cosa che possiamo fare è attendere e sperare...