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Preview Company of Heroes 2

La terra trema... L'offensiva corazzata di Relic sta per travolgervi!
Marco ModugnoDi Marco Modugno (16 maggio 2013)
Tredici milioni e cinquecentomila morti o dispersi per i sovietici. Quasi quattro milioni e cinquecentomila per i tedeschi, senza contare le centinaia di migliaia di caduti degli eserciti delle altre nazioni coinvolte (le perdite per il CSIR e l'ARMIR italiani furono circa ottantacinquemila, tra caduti e dispersi). Cifre allucinanti che raccontano una storia di nazioni spopolate, vincitrici o vinte che fossero, di intere generazioni spazzate via dall'odio tra due ideologie egualmente sanguinarie e perverse, di un suolo europeo inzuppato del sangue delle vittime del più drammatico ed esteso conflitto che la nostra storia abbia mai conosciuto.
Difficile rendere un simile pathos in un videogioco, verrebbe da pensare, essendo esso per antonomasia un prodotto commerciale destinato all'intrattenimento. Vero fino ad un certo punto, però, se pensiamo che ormai da diversi anni i giochi a tema bellico hanno abbandonato la logica meramente meccanica dei loro avi pixellosi, per sposare un approccio maggiormente narrativo, grazie anche al progresso ottenuto in ambito grafico.
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La spallata finale al fronte ucraino. Prossimo obiettivo: Mosca!
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Chissà perché i carri russi esibiscono stelle bianche, invece rosse. Mistero...
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Relic rivede drasticamente il concetto di scontro concitato e affollato
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Scarrozzarsi un mortaio nella neve alta non è una passeggiata!
Se già gli indimenticati tattici della serie Close Combat vi mostravano i corpi dei vostri caduti circondati da poco rassicuranti pozze di sangue, possiamo dire che in questo ambito la riproduzione cinematografica dello sbarco di Omaha Beach nella falsariga di Salvate il Soldato Ryan di Spielberg, mostrato da uno dei primi Medal of Honor, ha fatto scuola. Il dramma, quindi, la fa ormai da padrone nei giochi di guerra, anche se fino ad oggi trame e vicende erano approfondite in particolar modo nei titoli d'azione FPS et similia, e molto meno negli RTS dove invece veniva privilegiata una visione più distaccata del campo di battaglia. Relic rivoluziona completamente questo approccio, seguendo la linea già abbozzata con il primo titolo della serie e con le sue espansioni stand-alone. La tragedia della guerra è presente come non mai nella vicenda narrata dalla storia principale che abbiamo potuto provare in questi giorni, al punto da scuotere la coscienza di chi gioca, nonostante l'opera di anestetizzazione della sensibilità di ciascuno di noi operata goccia (di sangue) dopo goccia dai mezzi di comunicazione nell'ultimo trentennio. Non si riesce a non provare un brivido, ascoltando il racconto drammatico dellle memorie del soldato Isakovitch e subito dopo rivivendo in prima persona l'onere del comando delle truppe sul campo, in uno dei teatri bellici più sanguinosi della storia.
In Russia si muore in molti modi, insegna il gioco Relic, e non necessariamente a causa del fuoco nemico. Durante le missioni della lunga storia che ripercorre tutti gli episodi salienti della campagna, dall'attacco a sorpresa tedesco del 1941 all'invasione sovietica della Germania del 1945, ci si dovrà confrontare spesso e volentieri contro un clima da girone dantesco, in grado di fiaccare e financo sterminare i vostri uomini che non potessero contare su un comandante accorto. L'inverno russo non perdona e se lascerete le vostre truppe troppo a lungo all'addiaccio, senza ricoverarle dentro un edificio o in un mezzo di trasporto, oppure accanto ad un agognato fuoco di bivacco preparato dai vostri genieri, le vedrete accasciarsi nella neve e morire, come nei terribili racconti dei nostri nonni e prozii, reduci della ritirata del 1943.
Così come potreste veder sparire in pochi istanti un intero battaglione corazzato, se avrete l'imprudenza di far loro attraversare un lago ghiacciato durante un bombardamento d'artiglieria che spezzi la crosta, spedendoli a fondo! D'altro canto, la scelta di una via sicura, di un sentiero per evitare d'impantanarsi nella neve, può costare altrettanto caro, se per esempio il nemico ha previsto la mossa e minato il passaggio, o lo ha posto sotto il campo di tiro di qualche nido di mitragliatrici e mortai. La primavera e l'autunno, invece, portano fango che risucchia gli stivali e i cingoli, rallentando le avanzate, mentre l'erba secca dell'estate è facile ad incendiarsi, trasformando un campo di grano in una trappola mortale per un plotone di fanteria sorpreso da un'unità lanciafiamme. E così via dicendo, in un crescendo di idee che arricchiscono il gameplay, che ricalca con successo la formula già positivamente sperimentata con gli altri titoli della serie, di tante opzioni tattiche in grado di rivoluzionare le sorti di battaglie il cui finale sembrava già scritto dal principio.
La storia può essere cambiata? Pur trattandosi di un videogioco, lo sforzo di mantenere credibili e realistiche le situazioni è costante. Per questo, nel combattere con la divisa sovietica indosso, non potete certo aspettarvi di fermare le armate tedesche nelle prime fasi dell'Operazione Barbarossa con un pugno di uomini, ma certo potete rendere loro meno facile la travolgente avanzata. Così come non riuscirete a strappare le prime vittorie della controffensiva senza sacrificare, com'era costume dei comandanti dell'Armata Rossa, centinaia di soldati e decine di mezzi nel tentativo di travolgere con il mero peso del numero la linea nemica. In compenso, la gestione di costruzione delle unità e il loro sviluppo e approvvigionamento si svolgono in maniera decisamente semplificata rispetto agli RTS classici della scuola C&C o Starcraft.
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Svelate le opzioni della modalità Theater of War!
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Sfondare o essere...sfondati!
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Uso dei razzi katyusha in modalità... shotgun!
Più che la costruzione a gran velocità di un enorme numero di unità, peraltro difficile se non impossibile in gran parte della campagna, conta il corretto posizionamento delle truppe e dei supporti, si tratti di bivacchi utili per salvare i soldati dall'assideramento o di depositi di benzina e munizioni nascosti in giro per la mappa. Occhio, però. Sia voi che il nemico potrete facilmente impadronirvi di tutto ciò che troverete incustodito, dai rifornimenti ai mezzi danneggiati e abbandonati che potrete riparare e riutilizzare. Così come è d'importanza vitale sfruttare al meglio il sistema True Sight che accoppia alla tradizionale "fog of war" una capacità visiva ultrarealistica per le unità. Un nemico che si ripara dietro un muro scompare dalla vostra visuale anche se è distante pochi metri, ad esempio, e l'equipaggio di un blindato ha senz'altro meno capacità visive di un fante appiedato o di un cecchino in cima ad un palazzo. Inoltre, osservando le tracce sulla neve, sarà possibile capire che tipo di unità o mezzo ci è passato di là e dove possa essersi andato a nascondere.
Qualche tempo fa, occupandomi di una prima opinione sulla Beta del gioco, ebbi occasione di parlarvi del comparto tecnico, abbastanza esosso in temini di hardware, ma capace di regalare belle emozioni. Premessa: osservate i requisiti minimi qui accanto e poi... dimenticateli! Anche se sono quelli suggeriti dalla casa, ben difficilmente vi metteranno al sicuro da frequenti crash, se la vostra macchina non si presenta in configurazione ultrapulita (leggi: fresca d'installazione). Molto meglio far girare il gioco su un PC di fascia medio-alta, che accetti settaggi un tantino più aggressivi del minimo sindacale, in modo da potervi rifare gli occhi con gli effetti in tutto il loro splendore. La differenza tra le DirectX 9 della demo e le nuove DirectX 11 si tocca con mano.
E non è poco, nonostante qualche problema di texture, di tanto in tanto. Però, a patto di avere l'hardware adatto, le scene affollate non tolgono smalto alla fluidità generale. Anche l'audio è stato curato in maniera maniacale, addirittura campionando il suono di ogni singola arma da varie distanze, per abbinarlo in gioco a quella determinata unità. E si sente. Al di là della colonna sonora, volutamente discreta, i suoni della battaglia fanno la loro parte per farvi sentire sempre al centro dell'azione. Plauso con formula (quasi) piena, infine, anche all'IA. Non è facile simulare il comportamento plausibile di decine di soldati diversi, tenendo conto di fatica, clima, fuoco nemico ed esperienza di combattimento.
Company of Heroes 2 - Immagine 8
Tenere un ponte può fare la differenza per un'intera campagna!
Ogni tanto l'intelligenza diventa stupidità ma lo si riesce a perdonare, dicevo, in virtù della complessità di calcolo richiesta dalle situazioni presentate dal gioco. Siamo meno indulgenti sulla complessità inutile di certi menu, invece, che sembrano appositamente concepiti per scoraggiare i neofiti, o su una complessità generale del titolo che può essere valutata un punto di forza solo se si è un hardcore gamer privo di vita sociale. Chi ha poco tempo per giocare non vuole perdere ore e salvataggi solo per venire a capo di una missione banale e un poco più di amichevolezza verso il giocatore neofita e/o occasionale non avrebbe guastato.
Questa preview, nella sostanza, avrebbe potuto essere una recensione e, sotto il profilo della campagna single player, certamente lo è. La versione che abbiamo provato conteneva l'intera storia principale (giocabile ahimé solo nei panni dei sovietici) ma, purtroppo, non ci ha permesso di testare il comparto multiplayer completo né la modalità Theater of War (che prevede 18 missioni single e coop, ambientate in altrettante battaglie della guerra di Russia, giocabili contro la CPU sia con i russi che con i tedeschi). L'assenza di tali caratteristiche c'impedisce quindi di assegnare un voto definitivo, che ci riserviamo per quando ci sarà possibile vedere quel che manca. Il gioco, la cui uscita è stata ritardata dal fallimento di THQ ed è ora prevista per il 25 giugno, rappresenta davvero un punto di svolta imperdibile nel campo degli RTS bellici. E il tempo che ancora ci separa dall'uscita, che noi tutti appassionati trascorreremo in attesa spasmodica, con il casco da carrista già pronto vicino al mouse, ci rassicura anche sulla possibilità di vedere eliminati gli ultimi bug presenti nella versione di prova da noi testata. Dasvidania, compagni soldati!

Salvate il soldato Lev Abramovich Isakovitch! Il nome di evidente matrice ebraica del protagonista della trama è un indizio potenzialmente fuorviante del motivo che gli è costato il confino in Siberia, dal quale, rivolgendosi ad un commissario politico dell'NKVD, egli riassume in lunghi flashback gli eventi salienti della sua esperienza bellica nella Grande Guerra Patriottica (così i russi chiamano l 2GM). Per questo motivo, non sempre la trama, che rivivivremo proprio attraverso i flashback, è lineare. Si comincia tra le rovine di Stalingrado per poi saltare all'indietro fino all'inizio dell'Operazione Barbarossa. La storia narrata, stavolta, è davvero intrigante e coinvolgente e nulla fa rimpiangere a tanti giochi d'azione raccontati in stile cinematografico. Un gran bel passo avanti dai tempi in cui RTS faceva rima con "fabbrica il maggior numero di carri e soldati possibili e spediscili ondata dopo ondata contro la base avversaria", non credete?