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Preview Call of Duty: World at War

Call of Duty perde il numero e ritrova la seconda guerra mondiale
Gabriele CazzuliniDi Gabriele Cazzulini (3 settembre 2008)
Fermi tutti. Niente domande sulla numerazione di questo quinto capitolo di Call of Duty. Questa volta non diamo i numeri. Guarda caso la prima precisazione durante la presentazione di Lipsia è stata proprio questa, ancor prima che un solo giornalista avesse alzato la manina per aprire bocca. Forza della telepatia! Questa volta i valorosi soldati di Activision si sono imbarcati per l'Estremo Oriente, in quell'Oceano che di Pacifico ha solo il nome. Nel teatro degli scontri più sanguinosi della seconda guerra mondiale Call of Duty propone le battaglie tra americani e giapponesi e l'assedio di Stalingrado. L'Asia domina all'orizzonte.
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A Lipsia l'accento è caduto come una bomba sganciata da un B-52 sulle scene più intense degli scontri tra anglo-americani e nipponici. Molta, moltissima attenzione sulla ricostruzione realistica delle tattiche di combattimento con la consulenza di un consulente militare, Hank Kiersey. Fedeltà storica ma coinvolgimento e intensità per un gioco che sposta indietro le pagine del calendario rispetto a “Modern Warfare” ma punta dritto ad innovare se stesso, anche nella grafica, impiegando avanzate tecniche per ricreare elementi naturali come acqua e fuoco, gli ingredienti fondamentali con cui il gioco è condito.

Ma il realismo e la funzionalità restano le tinte forti di una grafica sempre concepita con elmetto ed uniforme e mai libera di esprimere qualche tocco di creatività. Evidentemente la guerra secondo Call of Duty non è fantasia, anche se si tratta di un gioco. La novità più saporita è l'introduzione della modalità cooperativa, che permette di sviluppare una più intensa giocabilità e creare interazioni più complesse.
Call of Duty: World at War - Immagine 4
Call of Duty: World at War - Immagine 5
Call of Duty: World at War - Immagine 6
Il nuovo Call of Duty è essenzialmente un nuovo modo di giocare a Call of Duty - molto più intenso, meno sequenziale, più prospettico. No, non è ancora il grande passo dall'azione tutta sangue ad un'azione tutta neuroni. La cooperazione serve proprio a rinforzare l'azione. Infatti il ritmo dei combattimenti è ancora più intenso perché non è soltanto una successione di scontri.

E' un ingorgo di spari, esplosioni, bombardamenti, imboscate, attacchi e ritirate. Con l'orecchio sempre vibrante per un tessuto sonoro altamente realistico e coinvolgente. Un nuovo Call of Duty che cerca l'eterna giovinezza. Ma la formula magica è misteriosa e l'equilibrio tra tradizione e innovazione è sempre precario. Un gioco sicuramente intenso e con spessore da vendere. Un gioco senza filtro. Le parole possono descrivere le sensazioni ma ci vogliono parole forti per trasmettere sensazioni forti come quelle di Call of Duty.

Un gioco di questo tipo è perfetto ai veterani della saga e agli appassionati dei giochi di guerra a ritmo frenetico e senza troppe congetture strategiche. E' un'esperienza che va oltre il gioco. Questo è il finale felice di Lipsia per Call of Duty. Anche se è solo l'inizio.
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Call of Duty: World at War - Immagine 8
Call of Duty: World at War - Immagine 9
Call of Duty perde il numero e ritrova la seconda guerra mondiale. Una scommessa da vincere assolutamente per Treyarch, dopo l'immenso successo di Call of Duty 4.
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