Tiscali

Preview Bayonetta

Abbiamo dato una bella occhiata alla strega più seducente del futuro prossimo
Tommaso AlisonnoDi Tommaso Alisonno (25 novembre 2009)
Narra la leggenda di come un tempo esistessero due stirpi di maghi, i Saggi di Lumen e le Streghe di Umbra, e di come queste due stirpi assicurassero l'equilibrio nel mondo nonostante fossero sempre in competizione. Poi l'ago della bilancia volse pesantemente a favore dei primi, e le seconde furono spazzate via dalla faccia della terra, estinte, epurate. Tutte tranne una, di nome Jeanne, a cui le schiere angeliche, alleate dei Saggi di Lumen, danno tutt'ora la caccia... ignorando che un'altra strega è sopravvissuta: la bandita Bayonetta, allontanata dal suo ordine per aver amato uno degli ancestrali rivali. Bayonetta ha dormito per secoli un sonno magico, ma da vent'anni si è risvegliata con nessun altro ricordo se non quello di essere una strega, e con l'istinto di ricercare le gemme conosciute col nome di “occhi del mondo”.

Dopo aver passato l'ultimo anno a sbirciare impotenti immagini e filmati, e dopo aver potuto dare solo una fugace toccatina ai controller durante le varie fiere internazionali, finalmente abbiamo potuto mettere le mani su una versione quasi completa di Bayonetta. Stiamo parlando di un gioco all'apice dell'esperienza arcade, che ha nel massacro continuato e spesso grottesco di orde di nemici la sua ragion d'essere, guarnita da umorismo ambiguo e ai limiti (o forse oltre) del volgare, degno di un B-movie da mandare in onda alle 3 di notte.
Bayonetta - Immagine 1
Seducente e letale: un cocktail esplosivo
Bayonetta - Immagine 2
Gli scontri con nemici abnormi saranno all'ordine del giorno
Bayonetta - Immagine 3
La presenza del "Purgatorio" farà si che questi scontri si svolgano in pieno giorno senza che la gente comune ne abbia notizia... più o meno...
La seducente strega, la cui camminata riscrive il significato del verbo “ancheggiare” e il cui ammiccare blocca le coronarie anche ai minori di trent'anni, combatte la sua personale battaglia contro angeli, demoni e, non ultima, la sopravvissuta Jeanne con l'ausilio di quattro armi, una per ogni arto. Di base si tratterà di quattro pistole fuori-scala, ma il suo buon amico Rodin (il diavolo padrone del bar “Porte dell'Inferno”) potrà volta per volta procurarle spade, cannoni, fruste e così via. A prescindere dell'equipaggiamento, però, i controlli di gioco si baseranno sulle molteplici combo originare da due soli comandi, quelli del pugno e del calcio, complementati dallo sparo semplice per gli attacchi a lunga distanza e da un'utilissima schivata, che se ben eseguita attiverà qualche secondo di bullet-time (il cosiddetto “Sabbat temporale”).

Ulteriori tecniche, che sfruttano più comandi nella corretta sequenza, potranno essere acquistate dal succitato Rodin spendendo le preziose “aureole” (una moneta molto gradita nell'aldilà): abbiamo visto Byonetta roteare le gambe in mosse da breakdance mitragliando con le pistole assicurate ai tacchi, effettuare attacchi in picchiata e soprattutto trasformare la sua chioma (che funge anche da abito, per la gioia degli amanti del fan-service) in enormi pugni e calci, senza disdegnare l'occasionale utilizzo delle spade e asce che i suoi avversari abbandoneranno in giro. Naturalmente, niente è “classico” in Bayonetta: piuttosto che impugnare una lancia celeste per trafiggere i nemici, la bella strega preferisce conficcarla al suolo e rotearci intorno in pieno stile da lap-dancer, così come un'enorme ascia si tramuta nelle sue mani in un devastante boomerang.

Nella parte alta dello schermo, sotto all'onnipresente barra della vita, vediamo un indicatore composto da sfere luminescenti: è la barra della magia, utile per attivare tecniche speciali che però dal principio non sono disponibili, ma andranno acquistate: tanto per dirne una, la temporanea duplicazione (due streghe = danno doppio). Tra queste tecniche trovano posto anche le trasformazioni in animali di varia natura, da grossi felini per correre rapidamente, a corvi per volare e scagliare piume acuminate sui nemici, a pipistrelli per smaterializzarsi ed evitare un attacco all'ultimo.Ben differente il discorso se riuscirete ad accumulare abbastanza mana (occhio che quando venite colpiti se ne perde un bel pò) e potrete utilizzare i devastanti “attacchi tortura”: i capelli di Bayonetta si tramuteranno in ruote dentate, vergini di Norimberga, tavoli con catene, ghigliottine e altri ameni attrezzi, che causeranno ai nemici addirittura “megadanni”. E che dire dei colossali attacchi “apoteosi”, Incredibili bestie di oscurità con cui si massacrano i boss più imponenti, grossi come palazzi? Dulcis in fundo, corse sulle pareti (ma solo quando la luna splende alta in cielo), le ormai immancabili, ma sembre gradite, sequenze di hotkeys nelle cinematiche interattive, e veri e propri livelli bonus di shooter “da bar” tra un capitolo e l'altro; il tutto mantenendo sempre un sardonico sorriso stampato sulle labbra perfette ed il velo di trucco in perfetto ordine.

L'esperienza sul campo è stata elettrizzante: sebbene non mancheranno, e saranno parecchi, i filmati e i dialoghi di trama, l'azione entra nel vivo nell'esatto momento in cui si prende mano al controller, e la varietà di combo è tale che anche senza perderci troppo tempo è possibile eseguirne di spettacolari (e sanguinolente), fermo restando che dando un occhiata all'elenco, disponibile durante i caricamenti, è facile ottimizzare il tutto. Per quanto i combattimenti si susseguano l'uno all'altro in una trama lineare, Bayonetta non vive di soli massacri: tra l'uno e l'altro potrete infatti esplorare l'ambiente circostante, abbattendo casse, vasi e altri oggetti, raccogliendo aureole extra o ingredienti per le misture alchemiche - in pratica il sistema di creazione degli item consumabili. Alcuni tesori saranno nascosti in casse non sempre facilmente individuabili, e occasionalmente saranno individuabili anche degli accessi ad arene extra, per obiettivi particolari.

L'utilizzo della schivata e del “sabbat temporale” sarà inoltre la chiave per superare alcuni ostacoli: Bayonetta si farà intenzionalmente bersagliare da un fulmine pur di attivare la tecnica, quando non arriva addirittura a utilizzare enormi clessidre per riavvolgere il tempo (ci ricorda un certo principe). È innegabile il fatto che sin dalle prime fasi di gioco il titolo si dimostri molto vicino al concept di Devil May Cry, ma è altrettanto innegabile come da questo si discosti per il suo spirito dissacrante che si diverte a canzonare con superficialità e leggerezza miti e leggende, stuzzicando il giocatore con un continuo “vedo-e-non-vedo” delle grazie della protagonista e guarnendo il tutto con una colonna sonora che passa dai classici brani gotici di sottofondo alla re-interpretazione da nightclub di temi famosi, come “Flaming to the Moon”.

Come si comporta questa alchimia sulla lunga durata? Ovviamente non siamo ancora nelle condizioni di sbilanciarci in un giudizio, per il quale aspetteremo la release del 2010, ma la prima impressione è che, sotto il simpatico aspetto dissacrante e osé, il gioco faccia del suo meglio per farsi godere in ogni suo aspetto, a partire dalla grafica maestosa, passando per un gameplaying immediato e frenetico, curando gli ambienti e le aree segrete, e con una storia che, per quanto fuori di testa, presenta risvolti di tutto rispetto.

Stop! Stiamo dicendo anche troppo: come ultima rivelazione possiamo confidarvi che già la versione provata è completamente sottotitolata in Italiano, anche se non è ancora noto se sarà presente anche un doppiaggio. Ormai non ci resta che attendere a gennaio per il giudizio finale...
Bayonetta - Immagine 5
Avevamo una concezione meno avicola delle schiere angeliche, ma tanto per Bayonetta sono solo carne da macello
Bayonetta - Immagine 6
Gli attacchi Tortura sono estremamente scenografici
Bayonetta - Immagine 7
Bayonetta scopre il suo corpo per attivare l'Apoteosi
Uno dei titoli più controversi degli ultimi tempi si prepara a sbarcare nel territorio europeo: impossibile non notare immediatamente la pregevolezza tecnica e l'immediatezza del gameplaying così come un preponderante spirito canzonatorio ai limiti del volgare, forse non da tutti apprezzabile con la voluta leggerezza. Alla fine il vero giudizio si potrà esprimere solo dopo averlo esplorato metro per metro nella sua versione definitiva, attesa per gennaio: solo allora potremo dire se sotto a tutto questo fumo ci sia anche un sugoso arrosto. Nel frattempo, confessiamo di avere l'acquolina in bocca...